ILVA: le nostre proposte non cambiano!
La strategia Ilva non cambia a fronte del nuovo sequestro da un miliardo di euro (in aggiunta al miliardo già operato) e al blocco delle azioni Alitalia detenute dal gruppo. Il 24 maggio scorso il gip di Taranto aveva decretato il sequestro di 8,1 miliardi, valutando in tale somma l’equivalente di ciò che i Riva in 15 anni di gestione hanno risparmiato evitando qualsiasi intervento sugli impianti.
I padroni hanno risposto nella maniera loro consona: mancato pagamento delle retribuzioni e messa in mobilità per 1400 lavoratori delle varie aziende del gruppo. La strategia dicevamo è la stessa già messa in atto all’Ilva di Taranto e di Genova: usare il ricatto occupazionale e salariale per pilotare, avvalendosi della complicità dei sindacati confederali, la protesta operaia.
Se l’operazione a Genova in un certo qual modo aveva trovato dei riscontri , a Taranto ben presto ha trovato un muro non facile da scavalcare. I lavoratori e la città hanno delegittimato sindacati e amministrazioni locali e regionali, denunciandone le complicità attive, le collusioni, le tangenti.
E questa volta ai Riva ed ai governi la risposta bisogna darla ancora più chiara. Fermo immediato dell’aria a caldo, esproprio degli impianti senza indennizzo, sequestro internazionale dei beni e loro immediato utilizzo nelle bonifiche, riconversione produttiva verso tecnologie non invasive del territorio.
Questa era la nostra linea nei caldi giorni dello scorso anno, questa a maggior ragione resta oggi. Ma non deve limitarsi ad essere scritta su volantini o gridata in corteo, deve essere un percorso da intraprendere con solerzia e caparbia continuità.
Per l’USI-AIT Puglia
Antonio Ruggiero