Licenziamenti politici al san Paolo di Milano
La prima udienza del ricorso che si è svolta presso la sezione del lavoro del tribunale di Milano intentato da Raffaele contro il suo licenziamento si è conclusa, come era prevedibile con un nulla di fatto rimandando al 27 agosto. Gli avvocati dell’azienda ospedaliera hanno escluso tuttavia qualsiasi ipotesi di reintegro del lavoratore, prevedendo solo una conciliazione di tipo economica che ovviamente è stata rifiutata.
Ormai è sempre più diffuso l’utilizzo dell’arma repressiva da parte dei padroni e delle aziende nei confronti di lavoratori scomodi o sindacalizzati. Repressione messa in atto talvolta anche utilizzando il braccio armato delle stato attraverso le forze di polizia per soffocare qualsiasi tentativo di ribellione dei lavoratori. Un fascismo aziendale sempre più prepotente e arrogante anche con la complicità di alcuni sindacati. Un terrorismo padronale il quale rende un clima pesante sempre più evidente all’interno dei posti di lavoro. Gli apparati stanno applicando una strategia di tensione con i mezzi disciplinari messi a disposizione dai governi. Una strategia di terrorismo disciplinare e la colpevolizzazione dei lavoratori già pesantemente colpiti.
Tutto ciò è quanto sta avvenendo in ogni territorio sotto gli occhi di tutti e che piaccia o meno, questa repressione violenta dello stato colpisce tutti, cittadini e lavoratori i quali non accettano di essere piegati dalla logica dello sfruttamento e dall’arroganza dei padroni, siano essi statali che privati. L’USI- AIT sanità Toscana manifesta piena preoccupazione per il clima che si sta respirando in tutto il territorio nazionale in questi ultimi anni. La repressione verso lavoratori e delegati sindacali è ormai prassi quotidiana. Riteniamo che quello che sta avvenendo al San Paolo sia di una gravità inaudita, sia per gli eventi che si sono susseguiti che per la gestione dei rapporti da parte della direzione aziendale. un clima poliziesco in cui non esistono trattative e dove le assemblee sono presidiate dalla Digos. Lo scontro con i vertici aziendali è ormai permanente. Dopo aver messo sotto provvedimento disciplinare due delegati sindacali di USI per aver protestato contro l’utilizzo del lavoro interinale in ospedale e dopo il licenziamento di due lavoratori è iniziata una nuova mobilitazione per riaffermare la dignità dei lavoratori. Come USI sanità Toscana rafforziamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà a Raffaele, invalido civile licenziato dopo un diverbio con una responsabile del servizio di appartenenza. Diverbio che in altre occasioni sarebbe stato punibile al massimo con qualche giorno di sospensione se non fosse che Raffaele è un lavoratore molto sindacalizzato e con una storia personale che parla di impegno sociale, insomma un lavoratore scomodo che per difendere il diritto al lavoro sta ponendo in essere forme di protesta estreme come sciopero della fame. Sono state oltre 1100 le firme raccolte per il reintegro di Raffaele ed altre se ne aggiungeranno provenienti da ogni parte del territorio nazionale a suo sostegno e del Comitato.
Come Federazione Toscana USI sanità quindi per queste ragioni esprimiamo e ribadiamo piena solidarietà e sostegno diretto in primo luogo al Comitato per il reintegro di Raffaele ed ai delegati USI del San Paolo, ma anche ai compagni del San Carlo di Milano, ai lavoratori di IKEA, a Edoardo del COBAS poste di Firenze, alle lavoratrici precarie del Policlinico di Milano ed ai lavoratori dell’AST del gruppo Tyssen e a tutti coloro che stanno subendo situazioni analoghe per la difesa del lavoro e della dignità di cui non si da notizia poiché non hanno ancora avuto risonanza nazionale.
Sindacato autogestito USI – AIT sanità – Federazione Toscana