In memoria di Pietro Ferrero
(…)”Già nel 1911 troviamo Pietro Ferrero nel sindacato Metallurgico, aderente alla Unione Sindacale Italiana, che ebbe parte notevole negli sciopero del 1911/12. Dopo lo scioglimento di questo aderì alla FIOM portando la parola e l’azione degli anarchici nell’organizzazione che maturò nel 1919 il trapasso degli organi direttivi della sezione locale (ovvero di Torino) dalle mani dei riformisti a quelle dell’elemento rivoluzionario.
Una memorabile assemblea di Commissari di Reparto nominò infatti Pietro Ferrero segretario degli operai metallurgici torinesi. (…)
Fermo davanti alla morte cadde per mano fascista il 18 dicembre 1922, dopo aver subito crudeli sevizie. Anche dopo la morte il nemico non perdonò al nostro Pietro. Le memori parole scolpite da un compagno di fede sulla piccola bianca lapide furono divelte dagli sbirri, nella vana illusione che il nome ed il ricordo del Nostro Martire fossero cancellati per sempre. (cfr. Maurizio Garino – supplemento al numero 39 di Umanità Nova – settembre 1954)
(…) Il funerale di Piero Ferrero segretario provinciale della FIOM di Torino era presto, alle otto. E allora ci troviamo lì, al cimitero, eravamo cinque uomini, undici donne, compresa mia moglie. Ecco, io ho poi commentato in certe interviste, con più di ventimila organizzati dalla FIOM, non c’era un rappresentante della FIOM. (…)” Eccolo l’effetto del terrore fascista.(Maurizio Garino citato da Marco Revelli)