Chi ha “ucciso” Pino Pinelli?
“Nell’epoca della menzogna universale dire la verità è un atto rivoluzionario” (George Orwell)
Il tempo è galantuomo. Negli ultimi cinquant’anni noi abbiamo assistito ad una progressiva ed incessante opera di “santificazione” di un uomo la cui morte violenta ha, di fatto, impedito di conoscere la verità storica di ciò che accadde realmente in quei fatidici quattro giorni di fermo arbitrario ed illegale che intercorrono tra l’entrata in Questura – in sella al suo motorino – di Pino Pinelli e quel tragico volo dal quarto piano: la notte tra il 15 ed il 16 dicembre 1969.
Di una cosa siamo certi: ed è agli atti. Più che un servitore dello Stato (che, in quanto tale, si adopera per assicurare alla giustizia i delinquenti e gli esecutori materiali di quell’orrenda strage) Calabresi si è dimostrato un fedele esecutore degli ordini emanati dai Servizi.
Avendo rivolto le sue indagini sulla strage esclusivamente sugli anarchici milanesi ed avendo categoricamente escluso ogni altra possibilità/ipotesi investigativa il commissario Calabresi – nell’espletamento delle sue funzioni investigative – si è dimostrato, nel migliore dei casi, inaffidabile.
Ecco come lo descrive Pasquale “Lello” Valitutti: (…)”Calabresi ha accusato gli anarchici per le bombe di Milano e sono stati i fascisti, ha accusato gli anarchici sulle bombe sui treni e sono stati i fascisti, ha accusato gli anarchici per piazza Fontana e sono stati i fascisti.
Volendo vederlo come investigatore è stato un fallimento completo. (…)”
Noi non dimentichiamo né archiviamo!
pasquale piergiovanni