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novembre 6, 2014

C’è qualcosa di abbastanza risibile, nella reazione di Nicoletta Paci, vice Sindaco nell’amministrazione Pizzarotti. Non tanto per la posizione politica, di evidente e miserabile impronta legalitaria ancorché legittima, quanto perché proveniente da quello stesso Movimento Cinque Stelle che in campagna elettorale, quando era a caccia di voti a destra e a manca definiva le occupazioni una modalità di riappropriazione degli spazi cittadini da portare a modello.
E questo è talmente vero che Nicoletta Paci in persona, nominata da pochi mesi vice Sindaco, nel visitare un altro spazio occupato usava toni decisamente differenti, arrivando a dire che l’obiettivo di riprendersi la città non solo era condivisibile, ma che anzi pervadeva la stessa amministrazione.

La stessa vice Sindaco successivamente ha presenziato all’inaugurazione dello sportello della scuola di italiano per stranieri. Occasione in cui spese parole molto definite per descrivere le attività dell’Artlab. Che per inciso dista 350 metri e non di più dalla Torre Libertaria.
Come ti cambia una poltrona ed uno stipendio finalmente fisso, verrebbe da esclamare leggendo il comunicato con cui la stessa Paci annuncia di aver denunciato gli occupanti della Torre Libertaria (LEGGI ).
Uno spettacolo surreale e tragicomico nel quale la tremendamente easy amministrazione Pizzarotti fa staccare la luce agli anarchici, e costoro, da molti media eternamente additati di cattiverie e violenze, che proseguono a porgere la mano in segno di pace.
Riportiamo le loro puntualizzazioni integralmente, in un comunicato di risposta a quello del Comune. E’ comunque il momento di riflettere con attenzione su alcuni punti politici, riconducenti alla coerenza e all’onestà intellettuale di Nicoletta Paci: il vice Sindaco, che noi stipendiamo con le tasse che versiamo, è chiamata a giustificare toni e contenuti assunti o in precedenza o nei confronti dei membri del sindacato Usi Ait. Non le viene chiesto di calcolare una derivata prima, solo di comunicare alla città una linea politica limpida ed onesta. Francamente il minimo sindacale, rivolgendosi ad un politico pagato con soldi pubblici.

Riceviamo e pubblichiamo:

In merito all’ultimo comunicato stampa della vicesindaco Nicoletta Paci, come lavoratori dell’USI Parma riteniamo che vi siano diverse forzature ed inesattezze. Innanzitutto, è falso sostenere che “abbiamo imposto azioni a danno della collettività”, la realtà dice invece che un Torrione storico restaurato per una spesa di circa 600mila euro e poi chiuso e abbandonato da anni è stato restituito alla città e alla collettività, prova ne sono le moltissime persone del quartiere, e non solo, che sono entrati per visitarlo e partecipare alle attività di questi giorni. Un luogo quindi restituito, aperto, finalmente attraversabile. E’ anche forzato sostenere che “non rispettiamo i tempi”: la Vicesindaco sa che sono 15 anni che abbiamo un rapporto in essere col Comune e sa anche che sono due anni che chiediamo un trasferimento,all’occupazione siamo stati purtroppo costretti dalle tempistiche imposte dal Comune, perchè non possiamo più restare con materiale archivistico che marcisce, tetti in eternit, infiltrazioni d’acqua e infestazioni di animali vari.
La nostra inoltre non è un’associazione qualsiasi, ma un sindacato la cui sede fu distrutta dai fascisti. Non ė nemmeno corretto pensare che oggi dobbiamo utilizzare un’associazione per reclamare un diritto, e metterci in fila come gli altri. Se per questa amministrazione l’antifascismo non ė più di moda, per noi invece ė un valore e intendiamo usufruire dei vantaggi riservati a chi venne perseguitato da quel regime.
La nostra azione ha evidenziato come questa amministrazione non solo disattenda le promesse fatte in campagna elettorale (dall’inceneritore al rapporto trasparente e diretto coi cittadini, come in altre vicende abbiamo evidenziato) ma è anche palesemente lenta nell’affrontare le situazioni che si presentano, incapace di incedere su una farraginosa burocrazia che rende chiusi e inutilizzabili numerosi edifici di proprietà della collettività. Noi restiamo forti di un Progetto di autorecupero (e quindi ovviamente con utenze a nostro carico) che prevede un servizio per la collettività fatto di Archivio/Biblioteca, Info-Point sindacale e non solo, Sportello di ascolto e di lotta per lavoratori in difficoltà. Il tutto in totale rispetto del vicinato e dell’edificio stesso. Lamentiamo invece che nessuno del Comune, nonostante la nostra volontà di confronto immediata e da anni dimostrata, abbia ritenuto di incontrarci: anche questo sarebbe un esercizio di democrazia. Ribadiamo quindi la nostra serena ma determinata volontà di confrontarci con questa Amministrazione, certi che una soluzione positiva per tutti la si possa trovare.

FONTE.

From → anarcosindalismo

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